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L'erede che subentra nella società paga i debiti anche con beneficio d'inventario (Cass. Civ

Chi accetta l'eredità con beneficio di inventario e poi subentra nella quota di una società in accomandita semplice della quale il defunto faceva parte come socio accomandatario non si salva comunque dai debiti societari.

Come chiarito dalla Corte di cassazione nella sentenza n. 30441/2017, del resto, la qualità di accomandatario non si acquisisce per successione. Essa, piuttosto, deriva da una scelta volontaria di entrare a far parte della società invece che ottenere la liquidazione della quota del de cuius.

Nel caso di specie la ricorrente, dopo la morte del padre, aveva preferito espressamente alla liquidazione della quota paterna in una s.a.s. il subentro nella società stessa, che era avvenuto in virtù di un autonomo patto e in funzione della continuazione dell'organizzazione ai sensi di quanto previsto dall'ultimo comma dell'art. 2284 c.c.-

Di conseguenza, la donna aveva assunto la qualità di socia accomandataria per effetto dell'accordo concluso con gli altri soci e non a titolo di successione mortis causa. In altre parole, il suo subentro nella posizione ricoperta nella società dal padre defunto era intervenuto "senza alcuna interferenza con la sua posizione di erede beneficiaria", con tutte le conseguenze che ne derivano in materia di debiti societari.

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